Bonus assunzioni donne 2025: tutte le agevolazioni per favorire l’occupazione femminile

8 Maggio 2025

Il sostegno all’occupazione femminile è tra le priorità dichiarate del Governo anche per il 2025. La conferma del bonus assunzioni donne, contenuta nel Decreto Coesione 2024, si inserisce in un disegno più ampio volto a promuovere l’inclusione lavorativa e a ridurre le disparità di genere, soprattutto in quelle aree e settori dove il tasso di occupazione femminile è ancora drammaticamente basso.

Il bonus, già previsto negli anni precedenti, si presenta in una versione potenziata e aggiornata, con due principali tipologie di esonero contributivo per chi assume lavoratrici in condizioni di svantaggio. La misura sarà attiva fino al 31 dicembre 2025, ma non è l’unico incentivo esistente: ne esistono altri, cumulabili in parte, che vale la pena conoscere in dettaglio.

Le agevolazioni disponibili nel 2025 per chi assume donne

Nel 2025, i datori di lavoro privati potranno accedere a due strumenti principali, coordinati dall’INPS:

  • Esonero contributivo del 100%, con limite massimo di 6.000 euro annui per ciascuna lavoratrice, per un periodo di massimo 24 mesi. Previsto dall’art. 1 commi 16-19 della L.178/2020, art. 1 c. 298 della L.197/2022, art. 23 del D.L. 60/2024 e art. 1 c. 405 della L.207/2024.
  • Esonero contributivo del 50%, disciplinato dalla Legge 92/2012, destinato a specifiche categorie di lavoratrici in svantaggio, anche in questo caso con criteri precisi di accesso.

Questi incentivi hanno lo scopo non solo di abbattere il costo del lavoro per i datori, ma anche di creare un impatto positivo sul tasso di partecipazione femminile al mercato del lavoro, in particolare nelle fasce d’età e nei contesti territoriali più penalizzati.

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Chi rientra tra le “lavoratrici svantaggiate”

L’esonero del 100% si applica solo all’assunzione di lavoratrici che appartengono a categorie specifiche, considerate svantaggiate dal punto di vista occupazionale. Sono comprese:

  • Donne disoccupate da almeno 6 mesi, senza limiti di età.
  • Residenti in Regioni che fanno parte della Zona Economica Speciale (ZES), beneficiarie di fondi europei.
  • Lavoratrici impiegate in settori a forte disparità occupazionale di genere, come definito dall’art. 2, punto 4, lettera f del Regolamento UE n. 651/2014.
  • Donne prive di un impiego regolarmente retribuito da almeno 24 mesi, senza restrizioni di residenza.

Non possono beneficiare dell’incentivo i contratti di apprendistato e quelli di lavoro domestico.

Lo sgravio del 50% previsto dalla Legge 92/2012

La Legge 92/2012 introduce un altro canale di incentivazione, rivolto a:

  • Donne over 50, disoccupate da oltre 12 mesi.
  • Donne disoccupate da almeno 24 mesi, senza limiti di età.
  • Donne senza lavoro da almeno 6 mesi, residenti in aree svantaggiate.

Anche in questo caso, le assunzioni devono avvenire con:

  • Contratto a tempo determinato o indeterminato;
  • Trasformazione di contratto da tempo determinato a indeterminato;
  • Proroga di un contratto a termine;
  • Contratto part-time o di somministrazione.

Esclusi, invece, i contratti intermittenti, occasionali e gli apprendistati.

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Durata degli incentivi e compatibilità con altre agevolazioni

La durata dell’incentivo varia in base alla tipologia contrattuale. Per i contratti a tempo determinato o le proroghe, il beneficio si applica per 12 mesi. In caso di assunzioni a tempo indeterminato o di trasformazioni da contratto a termine, la durata si estende fino a 18 mesi. Situazioni particolari, come l’assunzione di donne vittime di violenza, permettono di ottenere un’esenzione anche per 24 mesi. È importante sottolineare che questi incentivi possono essere cumulati con altri  sgravi fiscali, purché non siano esplicitamente vietati dalle norme che li regolano.

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Chi può accedere al bonus assunzioni donne

Il bonus è destinato esclusivamente ai datori di lavoro privati che garantiscano un incremento occupazionale netto, ovvero un aumento reale del personale rispetto alla media degli ultimi 12 mesi. Possono beneficiare dell’incentivo non solo le imprese tradizionali, ma anche enti pubblici economici, fondazioni private, consorzi industriali o di bonifica, associazioni religiose e ex IPAB trasformate in soggetti privati. Il requisito fondamentale è l’appartenenza al settore privato e l’assunzione di personale aggiuntivo. La richiesta va presentata tramite il portale INPS, utilizzando il modulo 92-2012 disponibile nel Cassetto Previdenziale. Chi ha già inoltrato la domanda per lo sgravio contributivo del 50%, non deve ripresentarla salvo modifiche significative.

Soggetti esclusi dagli incentivi

Non possono accedere al bonus le pubbliche amministrazioni e altri enti pubblici non economici, come:

  • Ministeri e Amministrazioni dello Stato;
  • Regioni, Province, Comuni, Città Metropolitane e loro consorzi;
  • Università pubbliche e istituti scolastici statali;
  • Camere di commercio, ASL e altri enti del Servizio Sanitario Nazionale;
  • L’Agenzia ARAN.

Un’attenzione in più: il bonus per vittime di violenza

Una misura specifica è riservata alle donne disoccupate vittime di violenza di genere, titolari del reddito di libertà e seguite da un centro antiviolenza riconosciuto. In questo caso, l’esonero contributivo è del 100% fino a 8.000 euro annui ed è valido:

  • Per 24 mesi in caso di assunzione a tempo indeterminato;
  • Per 12 mesi se il contratto è a tempo determinato;
  • Per 18 mesi nel caso di trasformazione da tempo determinato a indeterminato.

L’incentivo resterà attivo fino al 31 dicembre 2026.

Incentivo per aziende con certificazione di parità di genere

Un ulteriore vantaggio spetta alle aziende che hanno ottenuto la certificazione della parità di genere, introdotta dalla Legge 162/2021. In questo caso, è previsto un esonero dell’1% sui contributi, fino a un massimo di 50.000 euro annui, valido per tutta la durata della certificazione (36 mesi). La richiesta può essere presentata all’INPS entro il 30 aprile 2025.

Il bonus mamme lavoratrici

Infine, tra le misure in vigore c’è anche il cosiddetto bonus mamme, che prevede un esonero del 100% dei contributi, fino a un massimo di 3.000 euro annui, destinato a donne lavoratrici dipendenti con contratto a tempo indeterminato e almeno tre figli, di cui il più piccolo abbia meno di dieci anni.

Dal 2025, il beneficio è esteso anche alle madri con almeno due figli, con reddito inferiore a 40.000 euro annui, e alle lavoratrici autonome che non abbiano aderito al regime forfettario (in misura ridotta). L’agevolazione sarà valida fino al 31 dicembre 2026.